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Castel Rodengo

Castel Rodengo

A Castel Rodengo (Val Pusteria, BZ), uno spaventevole Uomo Selvatico compare negli affreschi (1215-1220 ca.) dedicati alle avventurose storie di Ivano, tratte dall’omonimo romanzo di Hartmann von der Aue, a sua volta ispirato all’Yvain, le Chevalier du Lion, composto da Chrétien de Troyes intorno al 1170-1180. La sua rappresentazione, dovuta ad un ottimo artista che lavora nel territorio di Bressanone agli inizi del Duecento, riprende nel dettaglio la descrizione letteraria. Così infatti lo desrive Hartmann von der Aue: Il suo aspetto/era veramente selvaggio:/sembrava un moro/era grande e sembra incredibile/quanto faceva spavento./ La sua testa era più grande/di quella di un bue selvaggio./Aveva peli arruffati/e neri come la fuliggine/ sul capo come sul mento/e letteralmente/appiccicati sulla pelle:/la sua faccia era larga un braccio/e coperta di profonde rughe./i suoi orecchi erano/come quelli di un animale dei boschi/coperti di pelurie/lunghe una spanna/e grandi come una greppia. (tratto da N. Rasmo, L’età cavalleresca in Val d’Adige, Milano 1980)
La Casa dell'Homo Selvadego

La Casa dell'Homo Selvadego

In una laterale della Valtellina, a Sacco in Valgerola (SO), si trova una camera picta, una stanza all’interno di una semplice casa di abitazione, con uno straordinario ciclo affrescato, datato 1464 e firmato da due pittori “Batestinus et Simon”. I dipinti coprono tutte le pareti con una raffigurazione davvero inusuale: ai lati della porta d’ingresso si trovano un Uomo Selvatico accompagnato dalla scritta “e sonto un homo salvadego per natura, chi me ofende ghe fo pagura” e un arciere con l’arco teso, ma senza freccia. Sulla parete a destra una Pietà con sant’Antonio abate e donatore, mentre il resto della superficie è coperto da grandi fiori con cartigli contenenti detti e proverbi in italiano e in latino. I fiori non sono reali ma mostrano diverse fasi di crescita e maturazione. Si tratta con ogni probabilità di una raffigurazione alchemica. Basata su una profonda conoscenza della natura, l’alchimia, pratica molto diffusa nel Quattro- e nel Cinquecento, ricerca la trasformazione (ad esempio del metallo in oro), intesa anche come miglioramento personale. L’Uomo Selvatico, con il suo profondo legame con la Natura, diventa intermediario ineludibile di questo percorso.

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